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Il 16 maggio 1940 fu convocata una riunione d'emergenza dell'Alto Comando francese al Quai d'Orsay a Parigi. L'esercito tedesco aveva rotto le linee francesi a Sedan e in altri punti, dopo soli cinque giorni dall'inizio dell'attacco. Churchill, avvertito dal primo ministro francese Reynaud che la situazione era disperata, si recò precipitosamente a Parigi per incontrare i capi francesi. Nel corso dell'incontro regnava un'atmosfera di panico e disperazione. Si parlava di evacuare Parigi. Churchill si rivolse a Gamelin, il comandante in capo dell'esercito francese, e gli chiese: "Dov'è la riserva strategica?". Gamelin scosse il capo e replicò: "Non ve n'è alcuna". La sconfitta militare culminò con la firma dell'armistizio tra Hitler e il governo francese, siglato il 22 giugno 1940. A ciò seguì l'occupazione nazista di gran parte del territorio francese, la nascita a sud del regime di Vichy e un'escalation del conflitto perché Hitler sentì di avere finalmente le mani libere per volgersi a oriente e regolare i conti con la Russia. La ricerca di un capro espiatorio che giustificasse la più umiliante sconfitta militare della storia francese iniziò quasi subito: si era trattato unicamente di errori militari o responsabile della disfatta era la nazione intera? Utilizzando i resoconti di testimoni oculari, diari e memorie dei protagonisti, Julian Jackson ricrea l'atmosfera e i drammatici eventi di quelle sei settimane del 1940, fornendo numerose prove storiche al fine di rispondere alla fatidica domanda: la caduta della Francia fu davvero inevitabile?